Zanzara comune “Culex pipiens e molestus”

Appartenente all’ordine dei ditteri, genere Culexe specie Pipiens, la Zanzara Tigre, arrivata in Italia più di un decennio fa dal Sudest asiatico, è ormai ben adattata ai nostri ambienti. E’ quindi a tutti gli effetti una zanzara italianizzata.
Come riconoscerla - Quest’insetto, che accompagna le serate estive, è caratterizzato da un corpo allungato ed esile. I maschi possiedono delle antenne piumose costituite da 15 unità. Il capo è caratterizzato dagrandi occhi.I ditteri sono tra gli insetti più evoluti e possiedono un unico paio di ali (ali mesotoraciche),mentre il secondo paio è trasformato in bilancieri, utili per mantenersi in equilibrio durante il volo.Le femmine adulte possiedono un apparato boccale atto a pungere e succhiare il sangue, con le porzioni della mascella (palpi mascellari) molto più brevi del labbro inferiore. I maschi presentano i palpi lunghi ed ingrossati all’estremità.Essi sono distinguibili dalle femmine, oltre che per l’apparato boccale atto a lambire nettare e melata ed impossibilitato a pungere, anche per le antenne maggiormente piumate.
Ciclo vitale - Le zanzare sono attive da marzo a fine novembre con densità che variano in funzione dell’andamento stagionale. Normalmente le femmine feconde svernano rifugiandosi in luoghi nascosti e tranquilli spesso costruiti dall’uomo come cantine, stalle, magazzini, ecc.. La molestusè in grado però di passare l’inverno in qualsiasi stadio vitale, compreso quello di maschio adulto. Le femmine, qualora le condizioni diventino favorevoli per brevi periodi, possono pungere.Le uova, parecchie centinaia, sono deposte in masse in forma di zattere, l’una accanto all’altra, e galleggiano in posizione verticale. Successivamente, le larve si mantengono presso la superficie dell’acqua in posizione obliqua, tenendo l’estremità anteriore rivolta all’ingiù e stando in comunicazione con l’aria atmosferica grazie ad una apertura posteriore (sifone posteriore notevolmente allungato). La larva, nutrendosi di batteri e di microrganismi, s’accresce sino a trasformarsi, attraverso diverse mute, in pupa e poi in adulto.
Il comportamento - Non tutte le zanzare pungono l’uomo, la maggior parte delle specie infatti si nutre del sangue di uccelli, anfibi ed altri animali vertebrati. Tra le specie antropofile (che pungono l’uomo) solo le femmine, per poter maturare le uova, hanno bisogno delle proteine che si procurano con il pasto di sangue. I maschi nutrendosi di liquidi zuccherini sono assolutamente inoffensivi. Si possono distinguere due sottospecie la Culex pipiens molestus e la C. p. pipiens, difficilmente distinguibili. Per i diversi ambienti normalmente colonizzati la C. p. molestus è conosciuta come forma urbana, mentre la seconda come forma rurale.
Entrambe le forme non si spostano a grandi distanze e sono attive di preferenza al crepuscolo e di notte. Possono entrare nelle abitazioni attirate dalla luce e dalla presenza di persone rimanendo attive per tutta la notte.

La forma rurale punge anche gli uccelli, mentre la molestus è esclusivamente antropofila. La molestus è in grado di accoppiarsi in ambienti ristretti, quali tombini o fognature, e non necessita del pasto di sangue per portare a maturazione le prime uova e non entra nella pausa invernale. Un’altra differenza riguarda gli ambienti utilizzati per lo sviluppo larvale: la molestus predilige acque luride con forte carica organica anche se fortemente inquinate; la pipiens predilige acque limpide con sostanza organica di origine vegetale. Le zone di riproduzione sono le più svariate: tombini, cisterne, depuratori, reti di scolo e qualsiasi altra forma d'invaso anche di natura temporanea. L’importante è che non ci siano pesci o altri artropodi predatori.

Ochlerotatus caspius

È una zanzara di medie dimensioni, poco più grande della comune Culex pipiens, da cui si distingue anche per il colore bruno chiaro, quasi grigio, dovuto all’abbondanza di scaglie biancastre che, sull’addome, formano inoltre un caratteristico disegno.
Altra caratteristica piuttosto distintiva di questa specie sono le zampe, che presentano una tipica striatura chiara
Questa zanzara è attualmente nella regione Piemonte ed in parte della lomellina una delle più moleste in assoluto, soprattutto per le sue peculiarità biologiche ed ecologiche.
A differenza di molte altre zanzare infatti le femmine di Ochlerotatus caspius sono attive e pungono anche nelle ore diurne, dilatando considerevolmente nel tempo il fastidio arrecato all’uomo e agli animali.

Ciclo vitale
Ancora a differenza di quanto accade per la maggior parte delle specie, che depongono le uova in acqua, Ochlerotatus caspius le depone invece sul terreno asciutto o appena umido. Qui le uova possono attendere, quiescenti, anche per molti mesi prima di schiudere e liberare le larve. La schiusa viene infatti indotta esclusivamente da una successiva sommersione dell’uovo sufficientemente duratura (generalmente conseguente all’accumulo sul terreno di acqua piovana o di acqua derivante da esondazioni di fiumi, torrenti, canali o bagnature di colture irrigue). Lo sviluppo larvale può richiedere circa due settimane nei periodi primaverili più freddi, ma può anche esaurirsi in 4-5 giorni durante i mesi più caldi dell’estate.
Gli stadi alati inoltre sono molto longevi (possono sopravvivere per l’intera stagione estiva) e sono ottimi volatori.

Il comportamento
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Le femmine di questa specie possono allontanarsi per oltre 20 Km dai luoghi di sviluppo larvale.
Per questo singolare insieme di caratteristiche Ochlerotatus caspius si rivela una specie non solamente tra le più moleste, ma anche di più difficile controllo. Nelle città sono presenti alcuni focolai occasionali per questa specie soprattutto nelle più grandi aree verdi, che possono attivarsi a seguito delle precipitazioni primaverili ed estive di maggiore intensità.
Le popolazioni alate di Ochlerotatus caspius sono tuttavia ampiamente composte anche da individui migranti dalle principali aree riproduttive extracomunali (colture agricole irrigue in generale e risicole in particolare).

Per questa specie purtroppo si sta osservando da alcuni anni, a livello italiano, un considerevole trend incrementale. Se nel 2000, primo anno di monitoraggio, questa zanzara costituiva appena il 2% delle popolazioni di zanzare , negli anni successivi, ne è stato registrato un progressivo per quanto incostante incremento numerico che l’ha portata a costituire mediamente circa il 16% delle popolazioni infestanti. Solamente nel 2004 si è osservata una significativa contrazione di questa specie molesta portandola a costituire meno del 10% dei Culicidi complessivamente presenti sul territorio.

Aedes vexans

È una zanzara di medie dimensioni, simile a Ochlerotaiitus caspius da cui si distingue per un colore uniformemente più scuro, ma soprattutto per un differente e caratteristico disegno formato dalle scaglie chiare dell’addome .
Si tratta di una zanzara molto molesta, con caratteristiche molto simili a quelle di Ochlerotatus caspius, dalla quale differisce soprattutto per un’attività prevalentemente crepuscolare e notturna e per una preferenza dei luoghi più ombreggiati e con maggiore copertura arborea.
Similmente a Ochlerotatus caspius, anche le femmine di Aedes vexans sono longeve e possono allontanarsi in volo per parecchi chilometri dai siti di sviluppo larvale.

Ciclo vitale

Le uova, che vengono deposte su terreno asciutto o appena umido (generalmente con una buona copertura vegetale), attendono quiescenti, anche per vari mesi, una successiva sommersione del suolo (piogge, esondazioni di corsi d’acqua, interventi irrigui) che, se sufficientemente prolungata, induce la schiusa delle larve.
Come per Ochlerotatus caspius, anche per Aedes vexans lo sviluppo larvale può richiedere circa due settimane nei periodi primaverili più freddi, ma può esaurirsi in 4-5 giorni durante i mesi più caldi dell’estate.
Date queste caratteristiche Aedes vexans è certamente da considerarsi una specie tra le più moleste, oltre che di difficile controllo, tuttavia la consistenza numerica delle sue popolazioni alate è piuttosto modesta (0,1%).

I focolai cittadini per questa specie, tutti a carattere occasionale (si attivano a seguito delle precipitazioni primaverili ed estive di maggiore intensità), non sono molti e si trovano principalmente nelle aree verdi con grandi superfici a prato.

Ochlerotatus geniculatus

È una zanzara di grandi dimensioni (7-10 mm), ben riconoscibile per il colore molto scuro (nero), sul quale spiccano caratteristici disegni bianchi dell’addome. Le zampe non hanno striature chiare e il loro colore è pressoché uniformemente nero.
Questa zanzara, scarsamente rappresentata nelle popolazioni cittadine (0,2%), è presente solamente nelle aree verdi con maggior copertura arborea, più fresche e ombreggiate .
Le femmine, attive prevalentemente nelle ore crepuscolari, possono tuttavia pungere anche durante il giorno, ma sempre nelle zone più in ombra di boschi o giardini o, occasionalmente, anche introducendosi nelle abitazioni.
La biologia di questa specie è piuttosto particolare, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo larvale. Le uova infatti vengono deposte all’asciutto, all’interno delle cavità degli alberi o in anfratti similari, all’ombra dei boschi, dove possano essere successivamente sommerse dall’accumulo delle acque piovane. In simili focolai proliferativi i tempi di sviluppo larvale sono solitamente piuttosto lunghi (settimane, soprattutto nei mesi primaverili) e, in condizioni naturali, la specie compie una o due generazioni all’anno. Alla fine dell’estate tutti gli adulti di norma muoiono e le ultime uova deposte costituiscono la fase svernante e resistente dell’insetto.
In conseguenza di tali caratteristiche ecologiche Ochlerotatus geniculatus non costituisce, almeno nel contesto cittadino, un fattore di molestia rilevante.

Ochlerotatus berlandi

Specie dalle caratteristiche analoghe a quelle di Ochlerotatus geniculatus, anche se molto più rara.
Questa zanzara, per il momento rinvenuta solamente presso grandi giardini, contribuisce mediamente per lo 0,2% alla composizione delle popolazioni infestanti e va quindi considerata come elemento di scarsissima molestia per la cittadinanza.

Anopheles

Le zanzare del genere Anopheles costituiscono elementi molto marginali nell’ambito delle popolazioni infestanti torinesi (0,15%) e ciò è principalmente dovuto alle caratteristiche ecologiche di queste specie ed alla relativa carenza, nel contesto urbano, di idonei siti proliferativi.
Anopheles maculipennis, una delle specie di questo genere più comuni, è scarsamente rappresentata. Questa zanzara, di grandi dimensioni, necessita per lo sviluppo larvale di acque piuttosto pulite, fresche e ricche di vegetazione acquatica (soprattutto di microalghe). Tali condizioni solitamente si trovano in ambienti acquatici stagnanti o a lento flusso (stagni, paludi, zone litoranee lacustri), molto rari nel contesto urbano.

Di poco più frequente, per quanto sempre da ritenere molto marginale nella composizione delle popolazioni alate cittadine (0,08%) è invece Anopheles plumbeus, una zanzara di piccole dimensioni e colore uniformemente scuro. Le femmine, attive solitamente nelle ore crepuscolari, frequentano pressoché esclusivamente ambienti boschivi e freschi (grandi parchi o giardini con fitta copertura arborea) e depongono le proprie uova nelle cavità degli alberi ove si accumulano le acque piovane.

Culex hortensis e Culex territans

Sono specie di piccole dimensioni, scarsamente rappresentate nell’ambito delle popolazioni infestanti il territorio e solitamente non moleste per l’uomo in quanto si nutrono di sangue di animali selvatici.

Culiseta annulata

Zanzara di grande dimensioni, che punge anche l’uomo ma la sua molestia in città non è percepibile in quanto poco presente sul territorio urbano.

Progetto zanzara. Informazioni utili per combattere la zanzara tigre. È una iniziativa di Sanif Srl